LA BELL’ALDA, CHE SFIDO’ LA MADONNA

La guardarono gli uomini,
la guardarono i santi,
la guardarono tutti,
la guardarono in tanti.
Guardate anche voi, amici viandanti,
alzate lo sguardo, là è quel che resta…


Vola Bell’Alda, vola leggera:
è vero, ti ha accolto la morte più nera
ma rimane la torre a tua eterna memoria,
non capiti più una simile storia.

La nostra storia ha un inizio, anche se non si è ancora d’accordo su dove collocarlo, in che anno, in che punto preciso della linea del tempo del nostro pianeta chiamato Mondo.
C’è chi dice che accadde ai tempi del Barbarossa, chi un pelino prima, ad ogni modo, quando la nostra storia inizia, le terre che vi circondano erano perlopiù campi e boschi ed erano appena state invase da soldati. Ora, non ci interessano le questioni politiche, chi avesse torto o ragione in quella guerra, guerra a cui – tra l’altro- non sappiamo nemmeno dare un nome, fatto sta che quei soldati erano giunti fin qui, avevano conquistato territori, dato alle fiamme ogni cosa, fatto razzia, rubato ai contadini non solo gli averi, quei pochi averi che avevano accumulato con la fatica delle braccia, avevano sottratto loro qualcosa di più importante: la pace e la libertà.
I frati, quegli uomini pii che da sempre abitano l’Abbazia, aprirono dunque le porte della loro dimora e ospitarono dentro le salde mura dell’abbazia i contadini, quei buoni cristiani disarmati, spaventati, inermi perché.. chissà che fine avrebbero fatto altrimenti.

Tra questi sfollati c’era Alda. Tutti concordano nel dire che Alda fosse la più bella di tutte e tutti concordano nel dire che il suo soprannome non poteva che derivare da quella straordinaria bellezza: tutti la chiamavano la bella Alda, anzi, Bell’Alda, due parole ormai fuse in una sola a indicare l’essenza di quella ragazza. Nessuno ci ha tramandato, però, come fosse fatta la Bell’Alda, di che colore avesse i capelli, se i suoi occhi ricordassero il colore del mare o quello delle nocciole. A voi, dunque, la libertà di immaginarvela come preferite, con le forme e i colori che piacciono a voi. A noi, invece, spetta il compito di continuare la storia.

Pare che la Bell’Alda stesse lavorando all’orto dei frati, quando sentì un clangore di spade e passi pesanti avanzare verso le mura. Percependo il pericolo, mollò gli arnesi, cercò riparò nella chiesa, ma i portoni erano serrati: bussò, strillò.. nessuno rispose. Non le restò, dunque, che un’unica via: nascondersi, cercare riparo, rifugiarsi nel punto più alto che potesse raggiungere la torre. Ma, ahimè, prima ancora che muovesse un passo, i soldati avevano già scavalcato i cancelli, già avevano buttato l’occhio su quella ragazza così bella e sola e già si erano messi a inseguirla. La Bell’Alda allora sollevò le gonne, aumentò il passo, entrò nella torre, raggiunse la sua sommità e sbiancò: non era stata una grande idea rifugiarsi in quel posto. Sentiva i passi che rimbombavano sulle scale e davanti a lei c’era solo uno spazio vuoto: nessun riparo, nessun nascondiglio, solo una finestra, che si apriva alla valle, torce ormai spente e guano di uccelli. Era spacciata. Si buttò in ginocchio e si appellò a Dio, invocò la Madonna, che soccorresse lei, che mai aveva fatto male a una mosca, ma nessuna forza divina arrivò. Comparvero però dal vano della porta i pennacchi degli elmi, le else delle spade; comparvero i soldati, che mugolarono qualcosa alla vista di quella ragazza, bella, sola,
ormai nelle loro mani.. ma la Bell’Alda non fece in tempo a sentirli né a guardarli bene in volto perché lesta si volse, si avvicinò a quella finestra e si gettò, preferendo la morte al disonore.

Vola, Alda. Il sogno di ogni bambino lei lo sta realizzando. Vola giù, vola verso la Madre Terra che è già pronta ad accoglierla, vola in picchiata, il vento che le scompiglia i capelli. Vola e a un palmo da terra si sente afferrare e, come fosse un uccello esperto, vede il suo corpo scattare in avanti, superare i rovi che coprono il pendio, e planare più avanti, atterrare placido su un prato nascosto.
Alda è in piedi e davanti a lei si ergono due figure biancovestite, con grosse ali dietro la schiena e un’aureola sopra la testa. Sta forse sognando? È già in Paradiso? Alda alza la testa e la vede, la Sacra, è lassù, non se lo sta immaginando, ma.. allora, cosa sta succedendo?

“Ci ha mandato la Vergine, da te invocata.
Salvate quell’anima, dalla torre è volata.
Abbi cura di te, noi ora torniamo
nell’alto dei cieli da cui proveniamo”

e in un battito di ciglia Alda si trova da sola. È viva. È sopravvissuta, anzi.. è stata salvata!
Cammina Alda, torna lassù sulla cima del monte e lungo la strada incontra uomini e donne: avevano visto o sentito della tragedia, son corsi in aiuto. Insieme ai frati han cacciato i soldati via dalla Sacra e poi giù di corsa a cercare Bell’Alda.. o quel che rimane, povera stella. Così sussurravano tetre le donne, ma ora gridano il loro stupore, vedendo Bell’Alda calma, serena, avanzare tranquilla verso di loro.
“Che ti è capitato, Bell’Alda? Ti sei salvata! Come hai fatto a sfuggire alla morte annunciata?”
Si radunano attorno a Bell’Alda, le donne la toccano, gli uomini la squadrano: non c’è graffio,
livido, nessuna ferita.. cos’è successo, suvvia, parla adesso!

Una volta sola parlò: raccontò il miracolante accaduto, descrisse gli uomini di ferro vestiti, la scelta del volo, i dettagli delle sante figure, ripeté ogni sillaba pronunciata, ogni attimo di quella sventura, che ora fortuna poteva chiamare.
Quando finì, rimase il silenzio. La folla era attonita, stordita, stupita e dopo minuti che parvero anni qualcuno parlò: “Non è vero, è una bugia, ti par possibile scomodare Maria?!” e la folla si risvegliò:
“Non dir panzane, è una giovane astuta, non ci son prove di questa prodezza! Lo fa soltanto per avere attenzioni.. roba da matti, roba da matti!”
Nessuno le credette: la folla si disperse, tutti tornavano alle loro faccende e Alda rimase sola.

I racconti che ci sono arrivati dicono che la giovane donna non si fece abbattere da quella sfiducia e che iniziò a vantarsi di quell’avventura; dicono che in lungo e in largo urlava ai passanti che lei era stata salvata dalla Madonna. Si fece bella di quel miracolo, si attribuì meriti, doti, magie, lo scrisse sui muri e perfino sul suo campanello “Qui vive Alda, salvata da Dio”. Cambieranno idea, lo capiranno, si diceva dal profondo del cuore, ma il tempo passava e nessuno le prestava attenzione.
Anzi, qualcuno cominciò a darle un nuovo nomignolo “Alda la Matta, altro che bella”..
Finché, un bel giorno, decise: voleva dar prova della sua verità, credessero ai fatti, quegli stolti
ignoranti, vedessero con i loro stessi occhi! E poi sì che chiuderanno la bocca, anzi, in ginocchio, contriti, verranno a chiedere scusa. Alda radunò la folla, li chiamò uno per uno, li dispose come a teatro. Poi salì nuovamente la torre, con passo calmo, fiero: nessuno la incalzava da dietro, questa volta, e voleva godersi ogni attimo di quel riscatto. Giunse alla cima, nella stanza vuota, se non per la finestra che dà sulla valle, torce ormai spente e guano di uccelli. Stette in bilico sul cornicione, fece cenno alla folla radunata là sotto e con tutto il suo fiato gridò:
“Guardatemi tutti, dicevo il vero! Aprite gli occhi, non era bugia, sono stata salvata dalla Vergin Maria!”
Con cuore leggero fece quel passo, il profondo squilibrio, il grande salto.

Vola, Alda, vola di nuovo, le braccia larghe, il volto sereno.. la terra si avvicina, il vento la sfiora, ma questa volta nessun angelo accorre, nessuna mano la prende. Ci fu solo un gran tonfo e poi più niente.
La folla si disperse scuotendo la testa, piangendo per poco la stolta superba.
“Non si scherza col Cielo, lo doveva sapere. L’accolga il Signore, perdoni il suo ardire”
E tutti tornarono alle proprie faccende.

Siam giunti al momento della morale
al punto più serio, al nostro finale.
Restate umili, non alzate la cresta,
delle vostre fortune non fate una festa.
Se sarete vanesi o superbi
vi accoglieranno i declivi più impervi.
Ma una domanda vorrei fare,
un dubbio che resta e non vuole passare:
Perchè dar colpa alla ragazza,
che solo scappava da una brutta razza,
uomini che pensano di poter fare
quello che vogliono senza pagare?
Riflettiamo un attimo su quei soldati:
seguiron Alda, ma chi li aveva invitati?!
Perché dar solo colpa alla donna,
che con indubbia fede invocò la Madonna?
Fu superbia la sua, riprovare il salto?!
Pensiamo anche al resto, guardiamo più in alto.
Dobbiam dire il peccato?! Diciamola tutta
era stupro, molestia, una parola brutta
ma ancora accade e uguale è la solfa:
se l’è andata a cercare, fu una povera stolta.

Il pensiero mio va alle Alde di oggi
vittime mute abusate accusate
mai prontamente protette o salvate.
Pensateci un attimo, guardatevi intorno
son drammi che accadono ancora oggi giorno.

Vola Bell’Alda, vola leggera:
è vero, ti ha accolto la morte più nera
ma rimane la torre a tua eterna memoria,
non capiti più una simile storia.

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